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Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. (Mt 7,12).
Ero straniero e mi avete accolto (Mt 25,35)
Lunedì 22 giugno ….
Visto dall’aereo quello che stava accadendo è impressionante e incredibile. Il mare è puntellato di barche, più numerose delle stelle nel cielo notturno. Vecchie barche di legno usate un tempo per la tonnara, traghetti dismessi ancora con i simboli delle compagnie di navigazione fallite, incrociatori portaerei e corrazzate recuperate in qualche cimitero della marina militare senza più le armi, imbarcazioni da regata lunghe 22 metri alle quali è stato attaccato un potente motore fuoribordo, yacht un tempo di lusso con il bianco delle fiancate, dalle quali si staccano ampi pezzi di smalto, percorso da ferite rugginose. E si potrebbe continuare ancora a lungo. Un elemento però accomuna tutti quei mezzi: sono stracarichi all’inverosimile di persone. Uomini e donne, in maggioranza giovani, qualche donna incinta, e poi bambini, tanti bambini, qualcuno ancora poppante, con il sederino all’aria perché oramai non c’erano più pannolini puliti e quando comincia a fare acqua la mamma lo sporge oltre il bordo dell’imbarcazione. Buona sera. Sono Franco Rossi e vi sto parlando da un idrovolante della Marina Militare tunisina, con il quale stiamo sorvolando, insieme al comandante Tahir Ben el Aziz, il tratto di mare che separa la Sicilia dalle coste nordafricane. Comandante, come sono le previsioni del tempo?Si prevede tempo stabile fino alla notte di mercoledì, quando una perturbazione di origine africana porterà un forte vento di scirocco e piogge torrenziali sul Mediterraneo. Per quando è previsto l’arrivo di questa flottiglia?Se le imbarcazioni procederanno alla velocità attuale, prevediamo che arriveranno in porto al più tardi domani sera. Quello che però ci preoccupa è che altrettante imbarcazioni sono segnalate in partenza dalla costa siciliana verso l’Africa e se dovessero tardare ancora a prendere il mare, potrebbero ritrovarsi in mezzo ad una tempesta alla quale con tutta probabilità non potrebbero resistere. Il governo tunisino ha chiesto alle autorità italiane di fermare le partenze, anche se ci rendiamo conto che nella situazione attuale del vostro paese le forze di polizia e la marina militare possono fare ben poco. E la situazione a terra com’è? I centri di accoglienza sono praticamente al collasso. Le imbarcazioni, voglio ricordarlo, partono dal tratto di costa tra Marsala e Sciacca e dopo aver passato Pantelleria approdano per lo più a Kelibia, scortate dalle nostre unità militari. Dopo un primo intervento della Mezzaluna Rossa e di altre organizzazioni umanitarie, cerchiamo di smistare i profughi in vari centri a Al Haouaria, El Mida, Korba, Soliman, Grombalia, Nabeul, El Morouj, Tunisi, Mornaguia, Marsa e altre località minori. Inoltre Medicine sans frontiere, Emergency, l’UNHRC e anche la Croce Rossa francese stanno allestendo dei campi tendati tra Mornaguia e Tebourba. La popolazione locale come reagisce a questa invasione?La maggioranza accoglie i profughi italiani amichevolmente. Abbiamo assistito a scene di solidarietà eccezionali. Ci sono persone che comprano qualche pane in più appositamente per donarlo ai profughi appena sbarcati o nei villaggi dove sostano gli autobus che li trasportano verso le altre città. Abbiamo visto contadini offrire olive, un piatto di cous cous, formaggio di capra, bottiglie di acqua, sigarette, vestiti per i bambini seminudi. Un’ ultima domanda: perché questa massa di persone non tenta di scappare verso il nord del paese, dove la guerra non è arrivata?I motivi sono essenzialmente due. Il primo è la pericolosità del viaggio. Le formazioni rivoluzionarie “controllano”, tra virgolette, tutta la Toscana e l’Emilia Romagna, senza che esistano ordini sul comportamento da tenere verso i profughi, i quali spesso non utilizzano le strade, ma viaggiano nei boschi e nelle campagne. Se vengono intercettati spesso vengono uccisi e abbiamo notizia anche di alcune atrocità perpetrate nei confronti di donne e bambini. Il viaggio verso il sud è invece più sicuro, in quanto ciò che resta dell’Esercito Italiano si è attestato pochi chilometri a sud della capitale e le forze che stanno rientrando dalle missioni all’estero atterrano nei pressi di Napoli,
andando così a rafforzare le brigate che tentano di fermare l’avanzata dei rivoluzionari. Raggiungere Reggio Calabria e da lì passare in Sicilia con imbarcazioni di fortuna è relativamente facile. La seconda ragione è che l’esercito e le forze di polizia al nord del paese presidiano la sponda del Po e la zona tra Sarzana e La Spezia, ufficialmente solo per evitare che i rivoluzionari infiammino anche le regioni settentrionali. In verità impediscono anche il passaggio dei profughi che scappano dalle regioni immediatamente a sud del grande fiume per sfuggire al regime del terrore instaurato dai rivoluzionari. Sembra anche che alcune brigate abbiano deposto i comandanti regolari e abbiano “eletto” uomini nuovi alla loro guida. Molti civili disoccupati si sono arruolati ed esistono anche brigate di Volontari per la pace del nord, come si sono autodefiniti, che in verità mirano all’indipendenza dal resto del paese, che del resto è già praticamente spaccato in due e che difficilmente potrà presto trovarsi riunito come un tempo. Ringraziamo il comandante Ben el Aziz per le importanti informazioni che ci ha fornito. Dal mar Mediterraneo, al largo di Kelibia, per Tunis Television, Franco Rossi, che ripassa la linea allo studio. Riprendo la linea dallo studio, proprio mentre altre tragiche notizie giungono dall’Italia a riguardo degli scontri tra rivoluzionari ed esercito in corso nel pieno centro di Roma. Alcune esplosioni sono state udite nella zona del Colosseo, che già ieri era stato bombardato insieme alla zona dei Fori imperiali e dei mercati traianei. Le notizie sono purtroppo frammentarie, a causa dell’estrema insicurezza nella quale operano i reporter e dalla distruzione quasi totale degli impianti di trasmissione. Solo chi è ancora dotato di apparecchiature satellitari, la maggior parte delle quali sono ormai state sequestrate ai giornalisti, riesce a trasmettere qualche informazione, attraverso la CNN, la FOX e Al-