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Un parco urbano affollato di sportivi può aiutare l’ecosostenibilità di una metropoli. Sembra un’idea bizzarra, ma secondo l’associazione Runninginthepark si possono creare le condizioni ideali anche per l’ecosistema e per il benessere in generale proprio attraverso l’insediamento civile di un’area verde. Questo risultato può essere raggiunto con accorgimenti tecnici sullo stile di Central Park a New York e dell’ente che lo amministra e lo gestisce come una vera Spa del benessere a cielo aperto (Central park Conservancy). In pratica, si tratta di definire un’idea di business verde che accontenti sponsor e cittadini, tramite il rispetto ambientale dell’area verde in questione. Il tutto con precise autonomie gestionali e senza alcuna commistione con la politica. L’associazione è partita nel 2007 con l’idea di una “sana” fruizione del parco tramite il veicolo sportivo della corsa. Il mondo del running (all’inglese), infatti, è da sempre molto vicino ai temi dell’ecosostenibilità e Runninginthepark, tramite il suo sito www.runninginthepark, è cresciuta con piccoli, ma significativi, passi: è diventata un progetto editoriale nel 2010 (web magazine) e, in seguito, di promozione e aggregazione tramite i social network (Twitter e Facebook). Inoltre, dal 2008 è anche “rubrica” mensile fissa all’interno del prestigioso magazine Runnersworld (www.runnersworld.it), che ha permesso all’associazione di collaborare con il Comune di Milano in vari progetti all’interno delle aree verdi cittadine. Secondo i soci fondatori, l’obiettivo finale è il presidio civico di aree destinate al bene comune che possano dissuadere, con la presenza pacifica, ogni forma di degrado urbano. Un traguardo ambizioso, ma alla portata anche dell’utenza italiana, così come dimostrano gli esempi di Central Park a New York e di Hyde Park a Londra. Si tratta di stabilire un vero rapporto di simbiosi, o di empatia, tra il runner cittadino e la propria città, così come lo è con la propria abitazione.