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8 Aprile 2036

A cura di Mario Villa Accettazione P.O. Rho

8 aprile 2036

30 dicembre 1999
Tommaso Cosa dici tu del mille e non più mille? Tra due giorni arriverà la fine del mondo?
Angelo  No, perché l’anno 2000 è già passato. Il monaco Dionigi il piccolo ha sbagliato i calcoli. Del resto Erode è morto in quello che oggi è il 4 avanti Cristo. Probabilmente Dionigi ha saltato un olimpiade. In realtà il 2000 è già arrivato il 1 gennaio 1996.
Tommaso Ma allora quando Gesù è morto quanti anni aveva?
Angelo  Circa 36 o 37. Potremmo dire che storicamente è morto nel 36 -37 dopo Cristo.

5 aprile 2036 – Giovedì Santo
Da una settimana è tutto fermo. I treni stazionano sulle rotaie, le navi sono all’ancora nei porti, tutte tranne i velieri e quelle che si sono fermate in mezzo ai mari o agli oceani a causa del fall out e ora vanno pericolosamente alla deriva. Le strade sono percorse solo da pedoni e biciclette, niente auto, nessuna moto. Gli aerei sono tutti a terra, fermi o precipitati. Tutte le apparecchiature elettriche sono spente. Neri gli schermi delle tv e dei monitor, mute le radio e gli stereo, disconnessi i cellulari e i tablet. Le case la sera sono illuminate dalle candele.
Questo è il risultato dell’ultimo tentativo di colpire Apophis con un ordigno atomico trasportato da un vettore Polaris, appositamente progettato, ma evidentemente inadatto. L’ordigno non ha resistito all’accelerazione ed è esploso all’interno dell’atmosfera. Il fall out ha interessato tutto il pianeta e tutto è fermo. Il mio portatile è morto e così sono tornato a carta e penna. Con molta fatica. Quale saranno le conseguenze per la razza umana?
Intanto Apophis è sempre più vicino alla Terra e sicuramente la colpirà. Non si sa se qualcuno so-pravvivrà, quante persone moriranno nell’impatto, quanto tempo ci vorrà prima che terminino le conseguenze dell’impatto.
Ma anche supponendo che qualche strana forza provochi un repentino ultimo cambiamento di rotta del gigantesco asteroide, cosa provocherà nelle persone il fall out? Cancri generalizzati? Mutazioni genetiche magari mostruose? Non sappiamo, possiamo solo attendere. E vivere nell’attesa non è sempre facile, a volte è angosciante.
Intanto stasera la celebrazione della Santa Cena, inizio del Triduo Pasquale, a conclusione della Set-timana Santa o Autentica, chiamatela un po’ come la volete. E se Gesù, secondo i calcoli corretti, è morto circa nel 36 dopo Cristo, sarà la Pasqua numero duemila.

6 aprile 2036 – Venerdì Santo
Il sole si è spento. O meglio, si è oscurato, da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. E’ Apophis, che è transitato tra la Terra e il Sole. E alle tre le campane hanno suonato a  martello per annunciare la morte di Gesù, il Messia tanto atteso. Gli altari sono stati spogliati dei loro paramenti e tutte le can-dele e le lampade ad olio sono state spente. Quest’anno il buio era più buio del solito, a causa dell’eclissi provocata da Apophis.
Intanto grazie alle radio valvolari giungono notizie tragiche dalla East Coast. L’ordigno trasportato da Polaris è esploso proprio sopra New York. La costa est degli States sta bruciando di un fuoco a-tomico. Le persone si incendiano non appena scendono in strada. I sopravvissuti stanno al chiuso nei loro palazzi e non possono nemmeno uscire a fare la spesa, non si sa fino a quando durerà questo incendio. Se dovesse andare oltre i cinque giorni prenderebbero probabilmente fuoco anche le strutture d’acciaio dei grattacieli. Con conseguenze ancora più disastrose di quando oggi si sono in-cendiate come capocchie colorate di fiammiferi. Una fiammata gigantesca per ogni casa. Anche gli alberi, appena ripresisi dall’inverno, sono stati inceneriti come pagliuzze. Il cielo è una distesa di scintille rosse su un fondale nero. L’aria è irrespirabile, i filtri dei condizionatori sono intasati e spa-rano polvere di morte dentro le abitazioni di chi ha deciso di accenderli.
Non si sa cosa fare. Quando Cina, Russia, India e USA hanno deciso di realizzare il progetto Polaris non hanno preso in considerazione un fallimento e le conseguenze che avrebbe provocato  un’esplosione atomica entro l’atmosfera. I calcoli più pessimisti affermano che tutta la popolazione della East Coast sarà morta entro le prossime 48 ore. Ma si sa, gli americani sono sempre stati cata-strofisti. Io credo che nonostante tutto l’East Coast si riprenderà e la vita scorrerà di nuovo, anche se con modalità totalmente differente.

7 aprile 2036 – Sabato Santo
Stamattina accanto ad una luna gigante che sembrava riempire il cielo è apparso Apophis. Smisurato. Spaventoso. Terribile. Mortale. Anche le radio valvolari hanno smesso di funzionare. Tutto tace. Il silenzio avvolge ogni cosa. Oggi, giorno del silenzio di Dio, anche gli uomini tacciono. Tutti, anche quelli che non credono (o dicono di non credere). Quante volte abbiamo sperato in un po’ di si-lenzio. Oggi il silenzio è esagerato. Le uniche voci che si sentono sono quelle del vento e del fiume, che scorre più impetuoso del solito in città.
Un boato. Vicinissimo. Esco sul terrazzo. Il palazzo che si stagliava dietro le villette dall’altra parte della strada non c’è più. Vado in strada. Giro dietro le case e un cumulo di macerie fumanti circonda un cratere. Ci sono altre persone.
“ Che è successo?”.
“E’ piovuto una pietra dal cielo”.
Apophis inizia a sfaldarsi. L’atmosfera terrestre ridurrà all’impotenza il mostro celeste? Gli astro-nomi e gli astrofisici affermavano di no, prima del silenzio dei mezzi di comunicazione. Speriamo si sbagliassero. Ma la speranza sta venendo meno. Le scene di panico aumentano. Ci sono già case ermeticamente chiuse: i loro abitanti si sono rifugiati in cantina e hanno sprangato tutto. Lo dicono i vicini. Non serve a niente. Apophis è proprio sopra di noi e ci sta precipitando addosso. Sicuramente questa parte della Terra verrà spazzata via. Al suo posto rimarrà un enorme cratere, nel quale si riverserà l’acqua del mare. Forse.
Mancano poche ore all’impatto. Nel parco c’è chi fa l’amore sull’erba, chi si sta rimpinzando e u-briacando in un cortile, con musica da ballo a tutto volume, chi piange inginocchiato sul marciapie-de, qualcuno si è ammazzato buttandosi dalla finestra e nessuno raccoglie il suo cadavere per sep-pellirlo. Cammino come uno zombie, ma non riesco a rimanere indifferente a tutto questo.
E io cosa farò in queste che con tutta probabilità sono le ultime ore della mia vita?
Entro in chiesa. Un gruppo di donne sta recitando il rosario. Mi siedo sull’ultima panca, dopo es-sermi fatto il segno della croce. E poi sto zitto. Muto nello spirito. Riesco appena ad iniziare a reci-tare il Padre nostro. “Sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà”. Il regno sta venendo? E perché così? E’ questa la tua volontà? O è solo un meccanismo astrofisico? Ma non è Dio che controlla tutto? Non capisco, non comprendo. E forse è proprio qui lo sbaglio, voler com-prendere, volersi impossessare, voler inglobare realtà che vanno ben oltre le nostre capacità razionali. Fisso lo sguardo sul tabernacolo e taccio.

Zidor Agatar
Zemphis Giostax [Terra, in lingua italiana, n.d.r.] è morto.
Taxor  Percepiamo ancora segnali vitali superiori.
Zemphis E’ solo questione di ore, poi sarà la fine.
Taxor  Ci sono persone nascoste dentro le montagne, nelle basi atomiche militari.
Zemphis Hanno scorte solo per quattro anni. Ma quando usciranno l’atmosfera li ucciderà. Sempre che Giostax non esploda prima. Non sappiamo quale sarà l’effetto esatto dell’impatto di Apophis sul suo nucleo.
Taxor Continueremo l’osservazione fino al termine. Quello che è accaduto a Giostax può insegnarci molto.

Zemphis e Taxor uscirono dal laboratorio e raggiunsero le loro ardat, mentre i due soli di Zidor A-gatar si alzavano in cielo. Un altro giorno iniziava per gli zidoragati e li aspettavano 45 ore di sonno, prima di un’altra notte di studio. I robot avrebbero continuato ad osservare per loro.

 
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