Il Cammino - maggio

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A cura di Giorgio De Santi Oculistica P.O. Rho
“ Non smetteremo di esplorare e alla fine delle nostre esplorazioni ci ritroveremo dove abbiamo cominciato e riscopriremo  quel luogo
per la prima volta “
Thomas Eliot

Il CRAL ha scelto come tema del 2017  “ Il Viaggio”
Vi voglio raccontare  del Cammino di Santiago, un antichissimo viaggio che  inizialmente veniva  intrapreso dai pellegrini diretti a Santiago di Compostela per devozione nei confronti dell’Apostolo Giacomo Maggiore. Ho poi raccolto  il racconto di  Elena, relativo alla sua esperienza  del Cammino nel  giugno 2014
Elena molti di voi la conoscono, fino a pochi giorni fa caposala a Rho ed ora in servizio a Garbagnate.
La storia inizia nell’anno 813 con l'eremita Pelagio  che ebbe una visione, vide delle strane luci simili a stelle sul Monte Liberon in Galizia, Spagna del Nord.
Attirato da  queste luci, scoprì una tomba, che conteneva tre corpi, uno dei tre aveva la testa mozzata ed una scritta:"Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e Salomé". »
Nacque così il culto dell’Apostolo Giacomo Maggiore che nell’iconografia cristiana viene rappresentato su di un bianco cavallo e chiamato anche con il nome di Mata moros .
Questo perché l’apostolo Giacomo apparve in sogno al Re delle Asturie alla vigilia della  battaglia di Clavijo  nel  maggio 844, rassicurandolo sulla vittoria contro i Mori, cosa che puntualmente avvenne.
La parola Compostela deriva da Campus Stellae (campo della stella) o da Campos Tellum (terreno di sepoltura).
Attraverso i secoli, uomini e donne da tutto il mondo hanno intrapreso il Cammino ed ai giorni nostri, ogni anno circa 200 mila persone  ripercorrono quel solco tracciato sin dall’anno Mille.
Il Cammino  può iniziare in Francia ai piedi dei Pirenei , da Saint  Jean Pied de Port, oppure in Spagna da San Sebastian in tal caso si chiama  Cammino del Nord , snodandosi  lungo la  costa davanti al mare Cantabrico, o da altri punti ancora,  ma ovunque lo si inizi ha le stesse caratteristiche, lo stesso obiettivo  finale , la Cattedrale di Santiago de Compostela e la sua cripta con le reliquie dell’Apostolo Giacomo.
Dopo l’arrivo nella  Cattedrale, molti decidono di proseguire e fare una piccola estensione  del viaggio fino a  Finisterre .
Questa località, è il termine ultimo del pellegrinaggio, un tempo era  considerata il termine delle terre conosciute, ed  è tradizione,  bruciare qui gli abiti del pellegrinaggio o qualcosa che lo rappresenti e poi immergersi nell'oceano per un bagno purificatore se la stagione lo permette.
Un  simbolo dei pellegrini diretti a Santiago di Compostela è la conchiglia detta pettine di mare o conchiglia di San Giacomo
I fedeli durante il loro pellegrinaggio ne portavano tradizionalmente una sospesa al collo oppure cucita sul cappello o sull'abito, serviva per accreditare il pellegrino arrivato a destinazione .
Ancora oggi chi percorre il Cammino porta con sé una conchiglia legata allo zaino un po’ per  protezione  un po’ per rinsaldare la tradizione .
Si tratta di un viaggio di quasi 800 km  che richiede 30-35 giorni  e che ognuno  intraprende con la propria motivazione, con i propri tempi, con le proprie modalità.
C’è chi lo fa per il piacere di camminare , altri per convinzione religiosa, chi per interesse storico-artistico paesaggistico, chi per  mantenere una promessa fatta a se stesso in un momento difficile della  vita, chi per un poco di tutti  questi motivi messi insieme.
C’è  chi lo fa per una vaga ricerca di senso, chi perché ha bisogno di una risposta particolare sulla sua vita, o ha semplicemente perso il lavoro e ha molto tempo per una vacanza lunga e poco costosa. C’è anche chi va per chiedere una grazia, o ha atteso a lungo di compiere questo viaggio, e s’accorge che la borsa della vita comincia a stringere i cordoni.
Elena è partita nel giugno 2013 ed avendo a disposizione solo  dieci giorni, ha deciso di percorrere  gli ultimi 260 chilometri, del Cammino, partendo da Astorga , in Castiglia, una aspra e povera zona montagnosa a circa 900 metri di altitudine.
L’equipaggiamento ci confessa Elena sta tutto in uno zaino, il cui peso massimo non supera i 7 Kg.
Tre magliette tecniche superleggere, un pantalone lungo convertibile con zip,un pile, una mantella impermeabile , un antivento, un sacco a pelo leggero mezza stagione ( le temperature di notte anche se  siamo a giugno arrivano vicine allo zero ) un sacco lenzuolo, fondamentali  poi tre  cose : le calze da trekking per proteggere il piede dalla  formazione di  vesciche, scarpe da trekking ben collaudate e…. i tappi per  le orecchie visto che si  dorme in ostelli in camerate con 10-20 persone e qualcuno che russa c’è sempre!

Come ti sei organizzata, come si svolge la tua giornata durante il Cammino?
La partenza è  alle 5.30 del mattino, massimo alle 6, ci aspettano 20-25 Km ogni giorno e dobbiamo arrivare  entro le 13-14 alla tappa successiva per trovare un buon ostello ed un buon letto.
Strada facendo si fa colazione  e poi ci si ferma per un pasto frugale ma completo  di proteine e carboidrati, l’alimentazione è fondamentale.
Se  vogliamo  arrivare a Santiago  dobbiamo reintegrare le energie perdute mangiando e bevendo in maniera equilibrata, ma occorre mangiare.
Ogni ostello è dotato di lavatrice ed  asciugatrice, arrivati alla nuova tappa la prima cosa, dopo aver preso possesso della branda, ed essersi tolti gli scarponcini , è il bucato e  poi una sana doccia.
Un sonnellino  non  guasta, quindi un piccolo giro turistico nella cittadina che ci ospita, ed alle 19 si va a cena.
Ci sono diversi posti dove a 10 euro viene servita  la cena del Pellegrino e questa della cena è un’ottima occasione  per conoscere le persone di ogni parte del mondo che  stanno facendo la nostra stessa esperienza , ci si scambia notizie , impressioni, si condividono  stati d’animo.
Al passaggio in ogni  ostello  viene apposto il timbro sulla Credenziale  che ogni persona che effettua il cammino porta  con sé, una  sorta di attestazione di passaggio nei vari punti del percorso .
Ho conosciuto tantissime persone ma ho stretto amicizia con una collega infermiera  canadese ed una ragazza croata in viaggio per ritrovare se  stessa dopo una tempesta esistenziale.
Quando inizi il cammino puoi  decidere di farlo in assoluta solitudine  e startene per i fatti tuoi, ma come nella vita, se il cammino lo condividi con qualcun altro diventa tutta un’altra cosa .
Elena  hai mai avuto paura?
La paura è una compagna costante del viaggio, paura di perdersi, di ammalarsi, di non farcela,…….
Reali pericoli non ce ne sono, la strada è ben segnalata ed è protetta , non sei mai sola, la gente del posto è abituata ai pellegrini e se ti vedono in difficoltà,  ti aiutano, credimi.
Man mano che procedi nel  cammino comprendi che ciò di cui hai realmente bisogno non solo nel viaggio ma nell’esistenza  è veramente molto poco, e probabilmente uno zaino di 7 kg lo contiene tutto.
In genere  facciamo fatica a  credere in ciò che non è fisico, materiale, ma se  ci lasciamo andare , se nel cammino come nella vita, facciamo caso ai piccoli o grandi segnali che questa ci propone quotidianamente, comprendiamo che esistono  cose immateriali che hanno una forza notevole, a volte dirompente , in grado di cambiarci  la  vita.

Cosa ti ha lasciato il Cammino?
Ho imparato che quello che hai, quello che sei,  è ciò che stai vivendo ora, in questo preciso istante;
del  domani non  sai e non ti è permesso di sapere nulla, domani potresti  esserci, ma  anche no.
La solo certezza  che hai è il momento che stai vivendo ora.
Il cammino ti abitua al continuo cambiamento,  Il viaggio non ti permette make up,non ti concede tregua, così la maschera cade e diventi ed  appari agli altri per  ciò che  realmente sei .
Quando siamo a casa , nella vita di tutti i giorni siamo abituati a dare per  scontate un sacco di cose , le  nostre giornate sono ultra organizzate , impegni incastrati al millimetro, al secondo.
Sappiamo che oggi faremo questo , vedremo quelle persone, sappiamo dove andremo a mangiare e dove  andremo  a dormire.
Nel Cammino tutto è cambiamento,  non sai cosa  farai, cosa vedrai, chi incontrerai e  dove  arriverai quella sera.
Sai solo che camminerai.
La lezione è  che la vita non finisce a 60-70 anni , là fuori ci sono  cose meravigliose da  scoprire e vivere e persone fantastiche da  conoscere.

Elena un tuo ricordo del Cammino ?
“Può accadere che una sera  all’interno dell’ostello di Foncebadon, un paesino a 1490 metri sul livello  del mare ,nella provincia di Leon , all’interno di  una  chiesetta romanica adibita ad “albergue” prenda posto in un letto a castello, tutta assorta nei tuoi pensieri.
Il Caso ti assegna il posto in alto, quello vicino alla finestrella ovale che guarda verso i campi e verso il cielo stellato , stellato come solo una notte di giugno può regalarti.
Quello che vedi in primo piano è solo polvere sul vetro e  ragnatele ma oltre….oltre il vetro  ci sono le stelle  e ti accorgi che non sei tu a guardarle ma ciò che senti  è la carezza del loro sguardo su di te.  Brivido lungo la pelle.
Allora ti giri nel letto , ti racconti che forse non è così, o fai finta di non capire ed in quel momento  girandoti dall’altro lato noti un affresco un poco scrostato,  vedi  dipinto Cristo in Croce ed allora, quella notte  ti riesce difficile prendere sonno …….ed il viaggio, il Cammino  cominciano  a farti pensare.”

Letture e film  consigliati

Libri
La strada per Santiago di Jean Christophe Rufin Edizioni Ponte alle Grazie prezzo 13,90 €
Destinazione  Santiago Edizioni  Sperling e Kupfer prezzo 13,60 €
Film
Il Cammino per Santiago di Emilio Estevez   uscito nel 2010
Sei  vie per Santiago di Lydia Smith uscito nel 2015





 
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