Frammenti di diario... - maggio

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25 gennaio,
mercoledì

Hai mai visto lo scoiattolo
correre
sulla murella di pietra sottile?
Come vorrei
che fossimo così
abili acrobati
dell’esistenza.


26 gennaio,
giovedì

Ho navigato
nel mare profondo
in ricerca del passaggio
all’oceano sconfinato
in cui volare sull’onda
ma la vedetta
dall’albero maestro
nient’altro vede
che buio infinito.
Non resta
che la speranza dell’alba.

27 gennaio,
venerdì

La memoria
è diventata pesante
imprigionata dal filo spinato
sconvolta
da larve disumane
puzzolente
di carne incenerita
infettata
da ammorbati cadaveri.
Che ciò che è accaduto
e che riavvenne
mai più abiti
il mondo dell’umano
28 gennaio,
sabato, al mattino

Adonai riposò
il settimo giorno
e il creato avvertì
il vuoto silenzio dello shabbat la terribile pausa.
Vedi come noi
ricordiamo l’opera
la tua meravigliosa creazione;
Tu non dimenticarti
del tuo popolo,
ricrealo senza sosta
ogni giorno,
El Shaddai,
YHWH Elohim sabaoth
A
cura
di
Mario
Villa
accettazione
P.O di Rho
28 gennaio,
sabato, a sera

Acquistare, cucinare, pulire,
stendere i panni lavati, oziare,
sprecare il tempo
in videogiochi assurdi,
la sera ritrovarsi
intorno a un tavolo
per una pizza con gli amati volti:
può colmare l’abisso
che hai dentro?
Più alte attese abitavano il cuore
che fremeva nell’ultimo lavoro.
Si arenano i confusi desideri
nelle secche dell’arido presente.

29 gennaio,
domenica
Non hai nemmeno aperto
il quotidiano
che racconta di un mondo
a te estraneo
delusione d’ideali irrealizzati
irretiti in una messa funerea
a cui sconosciuta è gioia festosa,
in un pasto luculliano e stordente,
in un cinema in centro per gustare
una bellezza che sembra nascondersi
nel disgusto per negozi mai oziosi
dove non abita nessun pensiero
né mai potrà nell’assordante musica
vomitata dalle fauci elettroniche
di altoparlanti sempre troppo uguali.
Come invidio quei dieci alti giovani
fuggiti dalla peste deturpante
a percorrere le vie dell’umano.

30 gennaio,
lunedì
E nuovamente tuffato e truffato
estraniato da te stesso
per obbligo
di sopravvivenza
e conservazione
attraversando intricati dedali
labirinti di leggi e convenzioni
regolamenti e assurdi protocolli.
Veramente abitiamo qui felici
o storditi dalla droga del solito
non vediamo la vacuità di tutto
questo agitarsi per inezie
e illusioni?
Qui ci costringe la pentola piena
e ci incatena la paura triste
del deserto che purifica il cuore
dal credersi sufficienti a se stessi.

31 gennaio,
martedì
Indossi i soliti vestiti grigi
immetti dati in software
bianchi e neri
esiliato dai colori vivaci
inconsistente pallido fantasma
anima persa nel nebbioso ade
alieno precipitato altrove.
Cerca un varco,
uno strappo nella rete,
se lo trovi non aspettarmi,  fuggi.
Solo lascia una traccia per seguirti,
per ritrovarci
oltre il paesaggio desolato,
oltre il lontano orizzonte
e aspettami, anzi, aspettaci tutti,
che solo insieme possiamo gioire
dove il sole ti scalda dolcemente
e illumina il sogno senza sonno
dove si ricompone il senso pieno.

 
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