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Qui Comincia ....A cura di Claudio Ciprand i Pronto Soccorso P.O. Rho

Quest’estate ce ne andiamo al mare… ma non solo!
Sta arrivando l’estate e con essa, le tanto attese “ferie”, quel periodo che, in una vecchia canzone, Francesco Guccini definiva “un’oasi nel deserto annuale”.
L’oasi, per antonomasia, è quel luogo dove finalmente ci si può riposare, rifocillare, dissetare dopo un lungo e faticoso cammino fatto solo ed esclusivamente di un passo dietro l’altro e che ha prosciugato le energie fisiche e mentali.
Nei sogni di chi ama la lettura, le ferie possono essere rappresentate come l’occasione per potersi finalmente sedere ad una bella tavola imbandita e gustarsi un buon pranzo, consumato con tutti i crismi, dall’antipasto al dolce, dopo aver “sbocconcellato” per tutto l’anno qualche libro tra un turno e l’altro, dopo aver rubato ore al sonno.
Già, ma quale piatto scegliere nel ricco menù che le case editrici ci hanno preparato durante l’anno? Come evitare un antipasto troppo ricco che potrebbe rischiare di rovinarci l’intero pasto? Come evitare di riempirci troppo e ritrovarci con una difficile digestione da gestire?
La mia modesta proposta, rimanendo fedele allo spirito con cui ho cercato di caratterizzare questo spazio che, generosamente, il nostro CRAL mi ha messo a disposizione, si terrà alla larga dai best-sellers, dai libri di cui tutti parlano, da quelli che trovano ampia eco pubblicitaria, per dare spazio a quelli che difficilmente si troveranno sugli scaffali del supermarket, che bisogna cercare nelle piccole librerie (almeno in quelle che resistono) o, meglio ancora nelle tante, belle, biblioteche pubbliche presenti nel nostro territorio.
Se nell’immaginario collettivo, la maggior parte di noi, quasi automaticamente collega le vacanze ad immagini dove il mare la fa da padrone, propongo la lettura dei libri di un autore svedese dove quasi sempre il mare diventa uno dei protagonisti.
Lo scrittore di cui voglio parlare, Bjrn Larsson (mi raccomando, da non confondere assolutamente con il ben più noto Stieg Larsson), ha la rara capacità di affrontare diversi generi letterari, dal giallo al romanzo storico, dal libro di memorie al romanzo d’amore, senza mai scadere nella banalità, in grado perciò di soddisfare i diversi gusti di un gran numero di lettori.
In Italia, fino ad oggi, sono stati pubblicati nove suoi libri, tutti dalla casa editrice “Iperborea”, specializzata nella letteratura proveniente dai freddi paesi del Nord Europa.
Lo schema che ho pensato di seguire è quello della presentazione dei suoi libri ordinandoli cronologicamente, il criterio è quello di riportare pedissequamente le “quarte” di copertina, evitando qualunque commento per lasciare ad eventuali lettori il gusto di farsi un idea propria di questo brillante scrittore.

La vera storia del pirata Long John Silver

Ci sono libri che danno pura gioia, facendo vibrare dentro di noi tutte le corde del nostro amore per la lettura: il racconto trascinante, unito a temi che ci toccano nel profondo, la suspence e l’avventura sono un sottile gioco letterario che stimola la nostra complicità, una documentata ricostruzione storica e il fascino di personaggi più grandi del reale, nati già immortali. È quel che capita con il romanzo di Björn Larsson: ci ritroviamo adulti a leggere una storia di pirati con lo stesso gusto dell’infanzia, riscoprendo quella capacità di sognare che ci davano i porti affollati di vascelli, le taverne fumose, i tesori, gli arrembaggi, le tempeste improvvise e le insidie delle bonacce, come anche il semplice incanto del mare e la sfida libertaria di ribelli contro il cinismo dei potenti. In più con la sorpresa di vederci restituito, in tutta la sua ambigua attrazione e vitalità, uno dei personaggi che davano a quell’infanzia l’emozione della paura: chi racconta in prima persona è Long John Silver, il temibile pirata con una gamba sola dell’Isola del Tesoro, fatto sparire da Stevenson nel nulla per riapparirci ora vivo e ricco nel 1742 in Madagascar, intento a scrivere le sue memorie. E non è solo a quel “e poi?” che ci veniva sempre da chiedere alla fine delle storie che risponde Larsson, è al prima, al durante, al dietro: com’era il mondo all’epoca della pirateria, i legami con il commercio ufficiale, la tratta degli schiavi, il contrabbando, le atroci condizioni dei marinai, i soprusi dei capitani, il codice egualitario dei pirati, le loro efferatezze e quelle contro cui si ribellavano, le motivazioni e le ingenuità dei grandi “gentiluomini di ventura”. Ma è a un personaggio letterario che è affidato il compito di rivelare la “verità”, un personaggio cosciente di esistere solo nelle parole, che dialoga in un pub di Londra con Defoe fornendogli notizie per la sua storia della pirateria, che risponde a Jim Hawkins dopo aver letto L’Isola del Tesoro, e che, in quel continuo gioco di rimandi, indaga sul rapporto tra realtà e invenzione, sete di vivere e bisogno di immortalità, solitudine e libertà, con la consapevolezza che non esiste altra vera vita di quella che raccontiamo a noi stessi.Il Cerchio Celtico
Un vento impetuoso si abbatte sul porto di Dragør, inghiottito dalla notte per un improvviso black-out. Oltre il molo si profila un catamarano: solo un pazzo può affrontare il Mare del Nord nel mezzo di una burrasca in pieno inverno. O un uomo in fuga. Ulf, che ha fatto di una barca la propria casa, aiuta lo sconosciuto ad attraccare. È un finlandese, ha il terrore e la fatica dipinti sul volto, e prima di venire arrestato dalla polizia riesce a consegnargli un misterioso pacchetto. All’interno una sfida irresistibile per Ulf e il fedele amico Torben, pronti a mollare tutto e lanciarsi a bordo del Rustica in epiche traversate di mari in tempesta, sulle tracce di MacDuff e Mary e di un’organizzazione segreta che in Irlanda, Scozia, Paesi Baschi e Bretagna persegue con ogni mezzo il sogno di liberazione del popolo celtico. Il brivido del pericolo, il fuoco delle passioni, il fascino di una civiltà millenaria che crede a tal punto nella parola da rifiutare la scrittura per non toglierle potere vitale: ogni pagina di questo thriller marinaresco ci fa assaporare la libertà e l’avventura che ci sfuggono quando misuriamo i giorni con il cartellino da timbrare.
I poeti morti non scrivono gialli
Un’opaca sera di febbraio, l’editore Karl Petersén raggiunge impaziente il porto di Helsingborg. Nella ventiquattrore una bottiglia di champagne e un contratto per il poeta Jan Y. Nilsson, a cui ha chiesto di scrivere un giallo, sicuro bestseller già venduto ai più prestigiosi editori d’Europa. Ma il poeta accetterà di firmare? Si piegherà alle basse leggi di quel mercato che, con la sua ricerca di una poesia alta ed essenziale, ha sempre snobbato? La risposta è definitiva: Petersén trova Jan Y. impiccato a bordo del peschereccio in cui viveva. Si è suicidato? Il commissario Barck non ha dubbi: i poeti si uccidono, non vengono uccisi. Eppure i motivi per farlo fuori non mancano, a cominciare dal lauto compenso che Jan Y. avrebbe presto incassato e dal materiale scottante sugli squali della finanza che il suo romanzo era pronto a denunciare… Nell’età dell’oro dei thriller, Björn Larsson scrive “una specie di giallo” che è un gioco letterario di raffinata ironia e autoironia, per indagare l’essenza stessa della scrittura e della vocazione artistica. In una sferzante satira di un mondo editoriale all’isterica ricerca del prossimo successo, solo un “poliziotto-poeta” è in grado di scoprire le associazioni nascoste, di rivelare l’inatteso, di afferrare le verità che si celano dietro le apparenze.
Buona lettura! E, naturalmente, buone vacanze!



 
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