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Orzaiolo

Giornalino Dicembre 2010

Dottore ho un orzaiolo A cura di Giorgio De Santi Oculistica P.O. Rho.

Simile a un piccolo foruncolo, l’orzaiolo si manifesta come una zona arrossata e dolente che in poco tempo aumenta di dimensione e si riempie di pus. Sono i sintomi di un'infezione causata da batteri stafilococchi che colpiscono le ghiandole di Zeiss collocate alla base delle ciglia. Un disturbo che può essere molto fastidioso e provocare il gonfiore della palpebra mentre al centro dell'orzaiolo può comparire un puntino biancastro che di solito si rompe spontaneamente con riduzione o scomparsa del dolore.
Usare asciugamani separati per evitare di contagiare i familiari e non strizzare l’orzaiolo per non infettare i canali delle ghiandole circostanti. Iniziare le cure appena si avverte il dolore ovvero prima della crescita della lesione. Per gli impacchi preferire garze sterili e acqua bollita per 10 minuti..
Più difese meno tossine
In caso di orzaiolo è bene depurare il fegato, l’organo che più di altri ha il ruolo di difesa e protezione dell’organismo. Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, poi, il fegato è “il Maestro dell’occhio”. Sono ottime allora le proprietà della bardana (Arcitium lappa), una pianta che purifica il sangue e rinforza il sistema immunitario. Un rimedio a cui associare l’azione drenante del tarassaco (Taraxacum officinalis): 30 gocce della miscela delle due erbe in poca acqua, 2 volte al giorno; oppure 3 tazze di infuso di erbe in parti uguali.
Contro i batteri
Per rafforzare le difese naturali dell’organismo contro l’accacco dei batteri si può ricorrere alle proprietà delle bacche di ribes nero (Ribes Nigrum MG 1DH): 50 gocce al mattino in poca acqua. Un rimedio a cui associare le proprietà della calendula (Calendula officinalis) detta anche fiorrancio per il colore arancione dei suoi fiori ricchi di principi attivi lenitivi e antibatterici. Per impacchi e lavaggi, diluire 15 gocce in due dita d’acqua bollita. Dopo avere imbevuto un cotton fioc, tamponare con dolcezza l’orzaiolo, avendo cura di non far entrare il rimedio nella parte interna dell’occhio. Un rimedio ottimo anche in pomata.
Alt a infiammazione e dolore
Per propiziare la maturazione dell’orzaiolo è ottima una ricetta di medicina popolare: in un cucchiaino, miscelare acqua tiepida bollita e olio extravergine di oliva in parti uguali e, dopo avere imbevuto un cotton fioc nell’emulsione, ungere l'orzaiolo evitando di fare entrare il rimedio nell'occhio. Infine, chiudere le palpebre e riposare per qualche minuto. Un rimedio a cui associare le proprietà dell’infuso di sommità fiorite di salcerella (Lythrium salicaria) oppure di fiori di sambuco (Sambucus nigra): 3 impacchi al giorno con una compressa di garza imbevuta d’infuso tiepido e ben filtrato da lasciare in posa per circa un quarto d’ora. In alternativa, preferire i fiori di eufrasia (Euphrasia officinalis) e camomilla (Matricaria camomilla): in un pentolino con coperchio, lasciare bollire per 3 minuti 2 cucchiaini della miscela di erbe in 250 ml d’acqua. Infine, filtrare, lasciare intiepidire e procedere al lavaggio oculare. Per un impacco, versare 1/4 di litro di acqua bollita su 5 cucchiai di eufrasia e, dopo circa 10 minuti, avvolgere la poltiglia in una garza e applicare il cataplasma il più caldo possibile sull'orzaiolo.
I cibi sì e quelli da evitare
In caso di orzaiolo è bene inserire nella dieta di tutti i giorni alimenti ricchi di vitamine C, A, E e di rutina, un bioflavonoide contenuto nei vegetali. Mentre per circa 2 settimane è meglio evitare i cibi che intossicano fegato e intestino.-I cibi sì: fegato, carote e cavolo (vitamina A) ma anche, spinaci, kiwi, agrumi e prezzemolo (vitamina C) e, ancora, a cereali integrali, uova, oli vegetali e noci (vitamina E) e pesci come salmone, tonno e merluzzo ( omega 3).-Evitare zucchero, sale raffinato, latte, latticini, carni rosse, aceto, spezie, insaccati, pomodori, peperoni e melanzane. No anche a pietanze fritte e cibi confezionati.
Quando intervenire:si interviene chirurgicamente se le terapie ( sia allopatiche che omeopatiche o fitoterapiche) non risolvono in 1-2 mesi la flogosi.
L’intervento si esegue in anestesia locale.


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