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Waterloo

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La battaglia di Waterloo si svolse il 18 giugno del 1815 fra le truppe napoleoniche e gli eserciti della settima coalizione (Regno Unito, Austria, Russia, Prussia, Paesi Bassi, Svezia, Regno di Sardegna e alcuni stati tedeschi) al comando del Duca di Welligton.
La battaglia durò complessivamente otto ore. Napoleone I, sicuro di vincere, commise qualche errore: non riuscì a impiegare subito i cannoni e per di più non riuscì ad affrontare i suoi avversari separatamente, come sua vincente abitudine, ma sin dalle prime ore del pomeriggio i francesi dovettero impegnare le loro riserve comandate dal Maresciallo Groucy (a cui gli storici attribuiscono gravi responsabliltà della sconfitta finale) con le colonne superstiti del prussiano Blücher, riserve che invece avrebbero potuto essere rovesciate su Wellington già in difficoltà.
L’attento studio documentale della battaglia di Waterloo convalida oggi la tesi secondo cui a svolgere un ruolo non di secondo piano sul suo esito furono le emorroidi che già da anni affliggevano Napoleone I.
Sembra documentato che a un certo momento della battaglia i francesi stavano per avere la meglio, e attendevano solo l’ordine per l’attacco finale. Ma questo non giunse mai…
Napoleone, grandissimo stratega militare, era infatti improvvisamente caduto in preda a un violentissimo attacco doloroso di emorroidi e aveva dovuto abbandonare il teatro di guerra. Sotto la tenda da campo, i medici gli applicarono impacchi di acetato di piombo sulla parte turgida e infiammata e lo imbottirono di laudano (tintura d’oppio): il laudano in forti dosi, lo sanno i non più giovani, provoca ottundimento del sensorio!
Nello scorcio del giorno e nella nottata successiva, approfittando del fatto che i francesi non attaccavano, i prussiani di Blucher poterono riunirsia a Worlox, un paesino vicino a Waterloo, alle truppe inglesi di Welligton. Così, quando i francesi tornarono sul campo, incontrarono una resistenza inattesa, soccombendo dinanzi al violento contrattacco del nemico. Napoleone, risalito faticosamente a cavallo (!), cercò di rinvigorire i soldati della “Vecchia Guardia” urlando insieme grida di incitamento e di dolore finché svenne per cui fu riportato sotto la tenda, lontano dai suoi soldati che subirono una rovinosa disfatta.
Incredibilmente una patologia tanto prosaica e un pò banale, oggigiorno, del cosiddetto plesso emorroidario esterno (e chi ha provato l’intenso dolore provocato dalle emorroidi esterne valuti che Napoleone, oltre a strozzarle nell’anello sfinteriale, le schiacciava anche contro la sella del suo cavallo!) ha modificato la storia dell’Europa. Napoleone, senza quel grave inconveniente, avrebbe vinto a Waterloo!

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