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Gemmoterapia

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di Giorgio De Santi Oculistica P.O. Rho.

“ E’ attraverso le piante che noi siamo connessi alla Terra, esse sono le nostre radici.
Noi esistiamo grazie alle piante ed alle foreste che vegetano”
Moleschott

Rimango sempre affascinato e stupito nello scoprire come la Natura attraverso le piante, abbia fornito l’uomo di straordinarie possibilità di cura e di conservazione del proprio stato di salute.
La Gemmoterapia sfrutta le proprietà curative delle piante attraverso estratti di tessuti vegetali freschi, ancora in via di accrescimento, allo stato embrionale, detti MERISTEMI.
La Gemmoterapia fa parte della Fitoterapia, che utilizza, tessuti vegetali adulti le cui cellule hanno perso la capacità di moltiplicarsi.
I tessuti meristematici, come tutti i tessuti embrionali sono caratterizzati da un intenso ritmo moltiplicativo cellulare, racchiudendo in potenza tutta l’energia vitale ed i principi attivi necessari per lo sviluppo della pianta stessa dopo il lungo riposo invernale.
Le gemme sono capaci di attivare diversi processi biologici e costituiscono un valido contributo terapeutico per il nostro organismo.
All’interno delle gemme si ritrovano acidi nucleici, aminoacidi, citochine, enzimi, fitormoni, proteine, sali minerali, sostanze ormonali e vitamine in grado di interagire con il quadro proteico dei mammiferi e dell’uomo.
Le gemme sono usate in terapia da secoli.
Galeno nel II secolo d.C. preparava l’ ACOPON uno dei balsami vulnerari più stimati nel suo tempo, preparato facendo macerare per tre mesi i germogli di pioppo in olio di oliva.
Nel secolo scorso l’oculista russo Filatov Vladimir Petrovich, che per primo introdusse il trapianto di cornea, ideò una terapia per la rigenerazione dei tessuti utilizzando estratti vegetali.
Si deve al medico belga Pol Henry l’idea, intorno al 1956, di utilizzare i germogli vegetali nella terapia umana.
La sua intuizione fu quella di capire che negli embrioni vegetali sono presenti particolari principi attivi qualitativamente e quantitativamente diversi dal tessuto vegetale adulto.
Egli notò la loro precisa azione sul tracciato elettroforetico delle proteine.
Ricordo che con questo esame, molto diffuso, si ottiene un tracciato in cui solitamente sono presenti cinque cuspidi ad ognuna delle quali corrisponde una categoria di proteine.
Si ottiene una indicazione dello stato di salute di molti organi: fegato, reni, sistema immunitario.
Il dott. Henry comprese che nell’evoluzione della vita sulla Terra, le piante hanno svolto un importantissimo ruolo di organizzazione del terreno verso forme di vita sempre più complesse ed organizzate.
Nel mondo animale lo stato di salute e di benessere è affidato a precisi rapporti qualitativi e quantitativi di proteine presenti nell’organismo.
I tessuti vegetali meristematici hanno la capacità di mantenere in equilibrio o di ridurre gli squilibri proteici dell’organismo in modo che questo possa riorganizzarsi e mantenersi in buona salute.
Le piante diventano così l’anello di congiunzione tra mondo vegetale e animale, tra salute e malattia.
E’ triste constatare quanto l’uomo abbia scarsamente compreso questo concetto, basta osservare con quanto poco rispetto vengono trattate ed utilizzate le piante.
Madre Terra ci chiede di vivere in armonia con il mondo animale e vegetale.Ringraziamo la Natura ogni volta che lo desideriamo per tutto quello che ci offre.
Avete mai provato la meravigliosa sensazione di recarvi in un bosco, chiudere gli occhi e porvi in ascolto degli odori,dei profumi della Natura, dei suoi delicati rumori.Provate ad abbracciare un albero, vincete il pregiudizio, non preoccupatevi se qualcuno vi deriderà, appoggiate il vostro orecchio alla sua scorza, che cosa provate? non sentite il vostro respiro, il vostro battito cardiaco più armoniosi ?Non vi sentite più forti perché facenti veramente parte di un “INSIEME“ ?
Se si studia l’azione delle piante sulle componenti essenziali delle proteine del siero umano si resta colpiti ed affascinati dal parallelismo esistente tra l’evoluzione delle foreste e l’evoluzione del materiale proteico nella specie umana.
Nella storia evolutiva dei vegetali superiori vediamo che la Betulla è il colonizzatore dei suoli incolti che condiziona l’humus.
L’Ontano predilige, modificandoli, i terreni umidi; segue il Nocciolo il quale migliora alcalinizzandoli i suoli acidificati crescendo ai confini tra l’ontaneto ed il querceto.
La Quercia forma foreste ai bordi delle zone alluvionali, favorendo un sottostrato per la protezione dal sole.
Seguono poi l’Olmo ed il Tiglio sempre più esigenti riguardo la natura del suolo, i quali giunsero più tardi per acidificare il terreno.
Per ultimi il Faggio e l’Abete atti a preparare il terreno ai Rovi ed alle piante spinose in genere.
La fine della foresta è rappresentata dal Lampone, dal Rovo e dall’Erica.
Mediante studi comparativi è stata confermata una sorprendente analogia : le piante che formano più humus ( Betulla e Olmo) “ assomigliano” nella loro azione, alle alfa-globuline umane, il cui aumento evidenziato con l’elettroforesi caratterizza lo stato infiammatorio ed ogni aggressione acuta dell’organismo.
Altri alberi come il Tiglio ed il Castagno assomigliano invece alle globuline e sono legate alla reazione fisica dell’organismo.
Il Lampone, il Rovo e l’Erica così come segnano la fine della foresta , rappresentano i tassi variabili di globulina nel sangue , rappresentando il segno di degradazione e della degenerazione dei tessuti dell’organismo ( flogosi cronica, fibrinosi e degenerazione amiloide)
A titolo di esempio in una prima fase di una flogosi potremo utilizzare l’Ontano nero (Alnus Glutinosa)
Quando l’infiammazione tende alla cronicità, gli alberi pionieri della foresta non possiedono più alcuna azione e saranno più indicate quelle piante che crescono su di un humus più elaborato come il Noce
( Juglans Regia)
Se il processo flogistico si è ormai organizzato nei tessuti alterandone la struttura proteica, saranno le piante e gli arbusti dei terreni degradati ad avere più attività terapeutica ed useremo il Rovo (Rubus Fructicosus) ed il Nocciolo ( Corylus Avellana).
In una prossima parte se avrete ancora la pazienza e la voglia di leggere queste righe vedremo i principali rimedi gemmoterapici applicati alle diverse patologie.
Come specialista oculista vi posso dire che utilizzo da tempo, con grande soddisfazione dei miei pazienti, molti gemmoterapici per le diverse patologie oculari.
Un esempio tra tutti il Salice bianco ( Salix Alba linfa) nelle forme di offuscamento visivo per intorbidamento del cristallino.
La gemmoterapia, priva di effetti collaterali, io la consigli ai pazienti che visito nel mio ambulatorio, in caso di uso prolungato, cura diverse patologie acute e croniche.
Permette un “drenaggio” del paziente, una sua completa e profonda detossificazione.
Come si prepara un gemmoderivato :
La gemmoterapia utilizza questi tessuti meristematici: Amenti ( inflorescenze), Boccioli, Gemme, Ghiande, germogli, Giovani radici, Linfa, Scorza di radici, Semi.
I tessuti vengono raccolti nel loro periodo balsamico ( le gemme ad es. vengono prelevate a fine inverno, inizio primavera) nel loro habitat naturale, lontane da fonti inquinanti.Vengono pulite, triturate, macerate per tre settimane in una soluzione di alcool e glicerolo, decantate, filtrate e spremute.
A questo punto si è ottenuto il macerato glicerico, opportunamente diluito per ottenere il prodotto finale (alla prima diluzione decimale 1 DH.)
Auguri a tutti di buona salute!


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