Letture “in giallo” (e non solo)
sul Lago d’OrtaSarà stata la “necessità”, forse, di non volermi discostare dalla tematica che il gruppo culturale del nostro CRAL ha deciso di affrontare durante quest’anno… sarà stata la semplice curiosità… ma mai come in questi mesi mi è capitato di soffermarmi sempre qualche minuto in più del necessario di fronte a qualunque “fonte” d’acqua.
Così, dopo averlo attraversato in modo frettoloso per tutti i giorni, per tutti gli anni, trascorsi a lavorare in Ospedale, mi sono ritrovato a camminare lentamente lungo il piazzale e a guardare con maggiore attenzione la fontana situata davanti l’entrata principale.
Non ho certo le competenze per poter valutare da un punto di visto critico la bellezza o meno della fontana, la sua originalità, le caratteristiche stilistiche, i rimandi ad un eventuale classicismo, le influenze determinate dal gusto dell’epoca in cui fu costruita.
Come qualunque incompetente mi sono limitato a ragionare sulle figure che la compongono.
Mi hanno incuriosito le quattro donne poste agli angoli della grande vasca, la loro postura con lo sguardo leggermente ruotato all’indietro, ciò che portano tra le braccia o che è posto ai loro piedi e mi sono fatto l’idea, ma potrebbe essere una semplice suggestione, che rappresentino le quattro stagioni, ognuna delle quali, come in una fantasiosa staffetta, in attesa dell’ arrivo della compagna posta alle sue spalle per poter dare avvio alla propria corsa, nell’eterno passare del tempo.
Suggestione o realtà,, mi piacerebbe condividere un’esperienza davvero curiosa che mi è capitata.
Una delle iniziative proposte dal nostro CRAL ci ha portato ad Orta San Giulio, per vivere l’esperienza di consumare una cena in prossimità dell’acqua di un lago, un’esperienza conviviale a stretto contatto con l’elemento scelto per caratterizzare il percorso del nostro Gruppo Culturale
E, proprio da Orta San Giulio e da quattro statue che rappresentano le quattro stagioni che parte la prima proposta di lettura che consiglio.
Inverno, estate, autunno e primavera. Tutte rivolte verso il lago tranne la primavera, la statua che era stata girata. Perché? Perché era stata girata? La osservò con attenzione, cercò di leggere negli occhi della donna immortalata nella pietra qualche indizio, ma vi colse solo uno sguardo beffardo, quasi di sfida.
Con questa frase si presenta, nella quarta di copertina il romanzo Il pontile sul lago, scritto da Marco Polillo ed edito da Rizzoli.
Orta San Giulio, Caffè del Lago.
“E Gennaro dov’è?
Come mai non è ancora arrivato?”
Mario, Tancredi e Stefano sembrano comari di paese mentre aspettano il loro amico per l’aperitivo delle sette, al solito tavolino in piazzetta.
È aprile, l’aria è quasi estiva: strano che Gennaro Vattuone, ex professore di latino e greco, non si faccia vivo.
Una ragione c’è, irrimediabile: l’uomo è stato assassinato e il corpo giace sul pontile della villa dove il professore si era ritirato dopo aver lasciato l’insegnamento. Una quieta cittadina di provincia in cui tutti si conoscono, e tutti sanno tutto di tutti.
Ma è davvero così?
Al vicecommissario Enea Zottìa – lontano dalla Questura di Milano, dal suo matrimonio infelice con Enza e da certe serate solitarie con l’unica compagnia del gatto – sembra di essere in vacanza, ma gli bastano poche ore per capire che l’atmosfera d’altri tempi non è che la punta di un iceberg.
La rete di segreti, menzogne e interessi particolari in cui è coinvolto l’intero paese non sarà facile da decifrare: l’omicidio ha l’aria di un’esecuzione.
Per quale motivo la statua della Primavera nel giardino di Vattuone è stata ruotata con le spalle al lago?
Anche gli amici del bar hanno un passato da nascondere, ma Zottìa sa bene come spingersi oltre con buonsenso e ragionevolezza.
È più irragionevole, forse, la speranza che ripone in fondo al cuore e che riguarda Serena, l’amore della sua vita.
O forse no…
Voglio essere sincero, questo libro non è un capolavoro…
I cliché che denotano il genere “giallo” sono perfettamente rispettati, in maniera perfino banale, c’è il morto, c’è il poliziotto che indaga, ci sono i sospetti autori del delitto, c’è, immancabilmente una storia d’amore tormentata, non può mancare il colpo di scena…
La trama è fin troppo semplice e la lettura si trascina stancamente, ciò che incuriosisce, però, è l’ambientazione; il piccolo lago e l’ancor più piccola città di Orta San Giulio, descritta nei minimi particolari, ci spinge a percorrere con occhi diversi gli stretti vicoli, che ricordano le cittadine liguri, ci porta a guardare con occhi diversi le placide acque del lago sotto le quali si possono nascondre delitti al pari di una grande metropoli.
Marco Polillo ha ambientato altri due romanzi sul Lago d’Orta, che hanno per protagonista il vicecommissario Enea Zottìa dove, chi ne avesse voglia, si potranno seguire le evoluzioni del suo tormentato rapporto con le donne di cui, di volta in volta, si innamora.
Dove, però, si potrà anche proseguire un immaginario giro turistico per i luoghi belli e suggestivi dove i libri sono ambientati.
Il secondo libro ha per titolo Il convento sull’isola ed è ambientato nel monastero Mater Ecclesiae, sull’isola di San Giulio, un luogo meraviglioso e affascinante.
Tra le onde increspate del lago d'Orta. il vicecommissario Enea Zottìa, seduto a prua di un'imbarcazione, naviga verso l'isola di San Giulio.
La sua non è una gita in barca, ma l'inizio di una nuova indagine.
La richiesta, discreta, è arrivata dalle suore del convento arroccato sull'isola, turbate da strani furti che avvengono dentro le loro mura ma anche nelle ville della zona.
Inoltre c'è un quadro che scompare e riappare inspiegabilmente: non è che il vicecommissario potrebbe...?
E così Enea è tornato in un luogo al quale lo legano ricordi indimenticabili.
Ma appena giunto, è tentato di lasciar perdere: scovare ladri non e la sua specialità, l'atmosfera ovattata del convento lo mette a disagio, e le tristezze del passato, del suo amore infelice per la bionda Serena non vogliono saperne di abbandonarlo. Poi, del tutto inaspettato, un delitto viene a turbare l'incanto di quei luoghi.
In una stradina appartata, dove non passa mai nessuno, giace un uomo, ucciso con un violento colpo alla testa. È un semplice lavorante, uno di quelli che danno una mano per incarichi di poco conto, perché ucciderlo?
Zottìa inizia con pazienza a indagare, e anche il lettore, insieme a lui, conoscerà una serie di personaggi memorabili come l'astuto e disinvolto Guidalberto Porrone, la gelida suor Venanzia, il mite giardiniere Zilloni, il rubicondo ragionier Stefanini e soprattutto l'affascinante e misteriosa Giulia, la giovane donna che ha deciso di ritirarsi sull'isola e dalla quale Enea si sente attratto
Il terzo libro, Acque amare, ci riporta ad Orta San Giulio e alle sue piccole, meschine storie.
Giovanni Capotosti sembra aver avuto tutto dalla vita: una bella casa sul lago d’Orta, un ricco patrimonio, l’affetto della moglie e del figlio Bruno.
Ma gli resta il rimpianto per aver perso il grande amore della sua vita: Dolores, la ragazza più bella del lago. Dopo trent’anni, la “sua Dolly” torna all’improvviso con una lettera in cui gli chiede aiuto, non per sé, ma per Vittorio, il figlio che lui non aveva mai saputo di avere.
La sorpresa è tanta, ma quella lettera per Giovanni ha il sapore di una seconda occasione.
Perché lui ne è sicuro: Vittorio è figlio suo, e intende dargli ciò che gli spetta.
Intorno a questa vicenda familiare gravita il piccolo universo di Orta San Giulio, dove il commissario Zottìa è ormai di casa grazie alla relazione con la bella Giulia.
La sua villa sull’isola e i suoi ricci neri sono il rimedio più dolce alla frenesia di Milano.
Ma la quiete di Orta si spezza quando un cadavere viene ritrovato nella villa di Bruno Capotosti: chi è quell’uomo, lasciato senza documenti né oggetti che possano identificarlo?
Possibile che nessuno sappia nulla, in un posto in cui si conoscono tutti?
Nei paesi di provincia le voci corrono e offuscano la verità, proprio come le acque del lago, che sotto la calma apparente nascondono correnti insidiose.
Enea Zottìa sa che l’unico modo per risolvere questo caso è rispondere a una domanda: fin dove siamo disposti a spingerci, quando c’è di mezzo l’amore?
Un ultimo consiglio ed una riflessione; il Lago d’Orta è stato lo scenario per molti libri, autori come Gianni Rodari, Eugenio Montale, Laura Pariani, Ernesta Ragazzoni hanno scritto pagine memorabili dedicate alle sue acque, cercarli e leggerli potrebbe accompagnarci quest’estate…
Ad Orta san Giulio, luogo meraviglioso e ispiratore per tante illustri penne, non r/esiste una libreria...