Hai mai visto Varallo ???
…Così titola il volantino guida turistica di Varallo Sesia, per presentare la cittadina piemontese, posta all’ingresso della Valsesia ad un’altezza di 450m sul livello del mare.
“La posizione di questa città,con il santuario sopra il Sacro Monte,le sue vecchie case e i pendii ricchi di vegetazione,forma un quadro che pochi disegnatori trascurerebbero di possedere”.Così descrive Varallo a metà dell’ottocento la guida Marrey,punto di riferimento del turismo inglese nelle alpi ; la città ha saputo mantenere nel tempo questo antico fascino. Le strette contrade del centro storico,i cortili interni,i bei palazzi borghesi e il fitto tessuto di edifici religiosi testimoniano la storia antica e recente del capoluogo della Valsesia. Passeggiare per le strade del centro (su antico selciato sapientemente conservato e restaurato),attorniati da belle bottegucce, da antichi muri affrescati, da balconi fioriti e circondati da un’armonia architettonica quasi perfetta crea una sensazione di gradevolezza che poche altre cittadine sanno fornire.
Varallo S. è tutt’ora frequentata e conosciuta per il suo celebre Sacro Monte ideato e costruito dal francescano milanese Bernardino Caimi alla fine del XV secolo.
L’idea del francescano (guardiano vicario del S.Sepolcro) era quella di riprodurre i luoghi santi della Palestina, progetto solo in parte mantenuto dai suoi successori che eressero 45 cappelle che descrivono prevalentemente la vita e la passione del Cristo.
Il Sacro Monte è diviso in due parti,la prima in discesa e immersa nel verde,si concentra cronologicamente sugli episodi biblici compresi fra Adamo ed Eva e l’arrivo di Gesù a Gerusalemme,mentre la seconda,strutturata come una città,presenta sulla sommità del monte palazzi e piazze:le cappelle sono dedicate,secondo quanto narrato nei testi sacri,a quanto accaduto nella città di Gerusalemme,dall’ultima cena alla resurrezione, all’assunzione di Maria. Alla Vergine è dedicata la chiesa costruita a partire dal 1814,con la facciata opera di Giovanni Ceruti del 1876 e l’altre maggiore di Benedetto Alfieri.
L’ interesse artistico del complesso è notevole. Alla parte architettonica attesero,fra gli altri,Pellegrino Tibaldi, Galeazzo Alessi;alle pitture Gaudenzio Ferrari,il Morazzone,Tanzio da Varallo e altri. Dal belvedere della piazza del Sacromonte si gode inoltre il più incantevole e completo panorama della città. C’è inoltre la possibilità di ristoro presso un simpatico barettino posto in un tabià di legno o presso un suggestivo hotel in stile liberty posto sul piazzale di arrivo della scalinata “escursionistica” e della strada automobilistica.
La parte bassa della città presenta altrettanti edifici religiosi di interesse artistico notevole, a cominciare dalla Collegiata di S.Gaudenzio,eretta su un promontorio roccioso;è raggiungibile grazie alla maestosa scalinata
contemporanea alla sua costruzione.La chiesa si presenta circondata da un loggiato composto da 28 archi dal quale si domina l’ampia piazza sottostante (Vittorio Emanuele II) nella quale si affaccia il Teatro e dalla quale partono le vie principali: corso Roma e Via UmbertoI.
Un’altra chiesa importante è la chiesa di Santa Maria delle Grazie,eretta tra il 1487 e il 1493 per volere del francescano (sempre lui…) Bernardino Caimi. L’interno,caratterizzato dalla spoglia struttura di matrice francescana, è movimentato dalla presenza di archi gotici che sorreggono il soffitto in travi di legno a vista. A costituire la parte artisticamente più importante dell’edificio e ad attrarre lo sguardo del visitatore sono le 21 scene della vita del Cristo ,affrescate da Guadenzio Ferrari nel 1513, collocate sulla parete provvisoria che separa lo spazio aperto ai fedeli da quello anticamente riservato ai religiosi.
Al di là di tutti questi tesori artistici, la cosa più bella è passeggiare per le vie della cittadina dove essi sono collocati ; arrivare ad esempio da corso Umberto I e vedere l’armoniosa piazza Calderini e da Via Osella attraversare il suggestivo ponte Antonini sul torrente Mastellone ; tutto è in un magnifico equilibrio di forme architettoniche e spazi urbani .
Per non tornare a mani vuote si possono acquistare dei centrotavola o sottobicchieri fatti a “puncetto” o punto saraceno o delle pantofole valsesiane chiamate “scapin”.
Per non tornare a “pancia vuota” si possono assaggiare le caratteristiche “miacce” cialde salate farcite con formaggi o salumi, la toma valsesiana o la polenta concia e per dolce i biscotti savoiardi e canestrini. Raggiungere Varallo è molto semplice; in automobile si raggiunge la Valsesia percorrendo le Autostrade A4 o A8. Comodissima è altresì l’utilizzo della Ferrovia della Valsesia con partenze (e arrivi…) da Milano,Rho e Novara . Buona gita !!!