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Il mondo sta drammaticamente vivendo la fase economica più difficile dal dopoguerra; le conseguenze potranno influire negativamente sulla ”società dei consumi” causando una sorta di “ritorno al passato”. E’ interessante capire, al di là della gravità generale dell’evento, come potrà cambiare, a livello sociale, la nostra esistenza partendo da una considerazione di base: il ritmo della nostra vita è sempre più veloce. Mangiamo nei ristoranti, compriamo cibi confezionati, passiamo sempre meno tempo in famiglia e ci spostiamo solo in macchina.In sostanza corriamo continuamente!Forse non “tutti i mali vengono per nuocere”. Proseguendo in questa direzione presto saremo obbligati a fare cambiamenti drastici nelle nostre abitudini di vita.Esaminiamo alcuni aspetti di ciò che potrebbe accadere:Cibo - Cosa sappiamo di quello che mangiamo fuori casa? Poco o niente. Ma nel recente passato era un passaggio quasi "obbligato" mangiare al ristorante almeno una volta al mese. Le cose stanno cambiando, infatti stiamo assistendo ad una rivalutazione sempre maggiore del concetto di casa intesa come luogo dove cucinare e stare in compagnia. Un esempio è rappresentato dall'incremento dei corsi di cucina.
Oggi rispetto al passato si è anche più attenti ai valori nutrizionali dei cibi che consumiamo grazie ad un maggior controllo delle calorie assimilate.
Inoltre, specialmente da parte di chi è obbligato a pranzare fuori casa, c’è una considerazione maggiore dell’aspetto economico legato al cibo. Sono in forte aumento i pranzi “portati” da casa e consumati in aree pubbliche (parchi, giardini, spazi dedicati) specialmente durante la stagione estiva.Trasporti – Stiamo assistendo ad un aumento esponenziale dell'utilizzo delle due ruote. Per quanto riguarda le biciclette pur essendo in atto campagne per l'utilizzo di questo mezzo ecologico continuano a mancare le piste ciclabili.
Sport - Si cerca sempre più di unire beneficio fisico e risparmio attraverso pratiche sportive meno costose ma più socializzanti come running o ciclismo. Non è poi da sottovalutare la nascita di nuovi club sportivi per podisti appartenenti a fasce economiche più elevate che potrebbe benissimo fungere da effetto “moda” trainante per tutto il movimento. Possiamo interpretare questo ritorno alla pratica di attività sportive più tradizionali (ciclismo e podismo su tutte) come un nuovo modo per giovare stabilmente alla qualità della nostra vita ma anche come un fenomeno collaterale della crisi economica.Per noi amanti del running e dello sport in generale, questa trasformazione può essere una formidabile occasione per vivere una nuova “stagione” con una consapevolezza maggiore a quella che ci ha fatto correre in maniera scriteriata in tutti gli ambiti della nostra vita ed è anche l’occasione per educare le future generazioni a un rispetto maggiore del nostro pianeta.