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Ricordate quella notizia apparsa sui giornali nell’estate del 1976, quando nel corso di un raduno di legionari americani a Filadelfia, scoppiò un’epidemia di polmonite che si rivelò essere fatale per molti di loro? Si scoprì che era dovuta ad un batterio, la legionella pneumophila presente negli impianti di ricircolo dell’acqua calda degli impianti idrosanitari e per l’aria condizionata della struttura che li ospitava. Questa polmonite rientra nel gruppo delle malattie legate agli immobili (Building Relate Illness o BRI) malattie che presentano caratteristiche precise: vi è un gruppo limitato di persone interessate, in genere presenti all’interno di un ambiente circoscritto e c’è una correlazione di causa /effetto tra agenti biologici contaminanti e patologia individuale. Altre malattie di questo tipo sono la pneumopatia da ipersensibilità, la febbre da umidificatore, l’asma legata agli immobili. Affine alla precedente, la Sindrome degli Immobili Malsani ( Sick Building Syndrome) è stata definita nel 1983 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come un eccesso di sintomi irritativi della pelle, delle mucose, di altri sintomi come mal di testa, difficoltà nella concentrazione, facile affaticabilita’, in una popolazione che occupa un immobile. Il fatto è che per economizzare l’energia vengono costruiti immobili impermeabili agli scambi d’aria con l’esterno, di fatto “ sigillati” e forniti di impianti di ventilazione adatti a riutilizzare l’aria evitando di riscaldarla e raffreddarla ogni volta. L’uomo, che un tempo viveva prevalentemente all’aria aperta ora si trova rinchiuso in spazi limitati e “protetti”, diventando una sorta di “ uomo serra” ; gli inquinanti presenti nell’aria di questi ambienti agiscono sul nostro organismo per contatto o per assorbimento. L’occhio per la sua posizione anatomica è particolarmente esposto ad ogni tipo di aggressione ambientale. Il film lacrimale , la superficie della cornea e della congiuntiva sono in contatto con l’ambiente esterno ed i nostri occhi possono di volta in volta presentare irritazione e bruciori oculari, congiuntiviti, intolleranza alle lenti a contatto. Dobbiamo prestare attenzione a questi sintomi oculari perché in genere precedono altri problemi quali asma, allergie, complicazioni otorinolaringoiatriche. L’irritazione oculare oramai è diffusa tra la popolazione, noi oculisti lo possiamo riscontrare dal notevole numero di accessi in pronto soccorso o nei nostri studi con sintomi legati a questo problema. L’irritazione oculare ha una ricaduta negativa sulla qualità della vita, creando disagio psico-
Non solo, grazie al ricambio, gli epiteli della superficie oculare sono difesi dalle pericolose radiazioni ultraviolette ed infrarosse, vengono inoltre rimosse tutte le nocive sostanze tossiche che quotidianamente vengono a depositarsi sulla superficie corneale , vengono rimossi micro detriti e scorie. Non dimentichiamoci poi che se il nostro film lacrimale è sano, possiede una corretta osmolarità, il che impedisce la degeneraione delle cellule corneali e la loro apoptosi , cioè il loro collasso, la loro morte. Bene, anzi male molto male!! Lo sapete che all’interno di certi edifici l’aria può arrivare ad essere fino a 1000 volte più inquinata di quella esterna ?? La riduzione al minimo della circolazione dell’aria e l’uso di finestre ermeticamente sigillate facilita l’accumulo negli ambienti interni di elementi inquinanti , con le conseguenze di cui abbiamo appena detto. Come proteggere i nostri occhi ? Sappiamo come sia difficile se non impossibile cambiare le condizioni ambientali degli ambienti lavorativi , quindi avendo bisogno di soluzione pratica vediamo cosa fare e cosa non fare. Prestiamo attenzione alla differenza tra gocce oculari ( non sono un farmaco, agiscono per azione meccanica e non farmacologica , spesso contengono conservanti e/o stabilizzanti dannosi per l’occhio ) e collirio. Quindi leggiamo sulla confezione se si tratta di collirio o gocce oculari (e queste NON le utilizziamo). Quale collirio? E’ sempre meglio consultare un oculista per la scelta del collirio più indicato. Se questo non può accadere il mio consiglio è quello di utilizzare un collirio omeopatico a base di Euphrasia officinalis e Chamomilla vulgaris. I due componenti, oltre ad idratare l’occhio, hanno un benefico effetto decongestionante ed anti infiammatorio. Tale collirio si presenta in contenitori monodose, è privo di conservanti e stabilizzanti e può essere utilizzato in sicurezza anche per periodi prolungati, anche per un mese, tanto che esiste in confezioni da 10 e da 30 monodose. Nella mia pratica ospedaliera ho notato che molti dei sintomi correlati alle patologie descritte trovano miglioramento e spesso risoluzione con l’uso di tale collirio.